Il Rinascimento, altrove
Saronno. Santuario della Beata Vergine dei Miracoli
Iniziato nel 1498, la sua costruzione ha visto il contributo di alcuni tra i più importanti architetti del quattro-cinquecento lombardo, per realizzare quello che oggi è un gioiello di architettura, pittura e scultura rinascimentale. Vi troviamo Giovanni Antonio Amadeo, già attivo in numerosi cantieri lombardi, tra cui la Certosa e il Duomo. Alla sua mano si deve la cura dei dettagli architettonici, che riflettono una sintesi armoniosa tra funzionalità e dettaglio decorativo, espressa in particolare nel tiburio. Lo svettante campanile è invece opera coeva di Paolo della Porta (1511-1516), la facciata, più tarda, è su disegno di Pellegrino Tibaldi (1596-1613).
L’Amadeo nel tiburio ottagonale (1505) mostra un attento studio delle proporzioni e alle fonti di luce naturale, l’elegante loggiato mostra un forte debito stilistico con quello che lo stesso artista, insieme al Dolcebuono, disegna per Santa Maria presso San Celso a Milano (1497-1499) e con quello di Santa Maria delle Grazie sempre a Milano, attribuito al Bramante (1492 – 1497). A sua volta, il disegno del tiburio di Saronno e stato poi fonte di ispirazione per quello del Santuario di Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio (Tommaso Rodari, 1515-1522).

All’interno della chiesa, la sobria eleganza della struttura a tre navate arricchite da cappelle laterali, armoniosamente integrate nel disegno generale, fa da cornice ad una decorazione che si realizzò per mano delle maggiori personalità del tempo e costituisce uno dei maggiori cicli pittorici del rinascimento. Bernardino Luini e Gaudenzio Ferrari vi lavorarono al vertice della loro maturità artistica, Luini sino al 1531 e Ferrari sino al 1545, un anno prima della loro morte.
Il Santuario è orientato con ingresso a ovest, con la visita che si dispone come avvicinamento alla Sorgente di luce. Le prime cappelle, di Sant’Anna, madre della Vergine, e di San Giovanni, sono dedicate alle origini familiari e al battesimo di Gesù. Esse introducono al fulcro artistico e devozionale del Santuario, nucleo che si apre con le due cappelle del Cenacolo e del Compianto. Seguono le figure legate ai fatti alle origini della devozione popolare per il luogo (la guarigione miracolosa di un giovane): i santi protettori dalle malattie e dalla peste, dei viandanti e dei pellegrini (San Sebastiano, San Rocco, Sant’Antonio Abate, San Cristoforo).
Nella due cappelle maggiori Luini realizza nel 1531 quattro grandi affreschi nei quali esprime tutta la sua forza narrativa e maestria tecnica. Al grande maestro si devono anche gli otto monocromi delle Virtù e della pace, realizzati con un metodo di pittura che utilizza toni di grigio per simulare sculture, come di una pittura in bassorilievo, ma anche una sottolineatura della transizione verso una maggiore astrazione dei temi trattati.
Nell’affresco della cupola, Ferrari (genio felice, d’un immaginazione vivace e piena di fuoco... e fecondità inesausta di pensiero 3) lui stesso suonator di lira e liuto 4, per l’Assunzione di Maria ha rappresentato un concerto di cinquantasei strumenti, flauti, liuti, viole, ghironde, timpani, tamburi, triangoli, trombe e bombarde, il più ampio catalogo di strumenti musicali rinascimentali esistente. Di alcuni di essi non si ha notizia, possiamo allora liberamente immaginare il grande pittore intento nel figurare un’armonia che da terrestre si fa sempre più celeste, ultraterrena, a noi inudibile e impercepibile… . Nell’oculo, l’Eterno Padre chiuso in un’abisso inaccessibile di luce3.
Alberto Bellani, gennaio 2025



- Affreschi di Stefano Maria Legnani, 1691 (il Legnanino), San Giovanni Battista, tela di Filippo Abbiati (1677)
- Sant’Anna che educa Maria bambina, Ambrogio Legnani (1675)
- Ultima Cena, Andrea da Milano (1531-1533)
- Camillo Procaccini, il bacio di Giuda (1597)
- Camillo Procaccini, Orazione nel Getzemani (1598)
- Camillo Procaccini, servi che attendono alla tavola (1598)
- Affreschi di Bernardino Luini sulla volta, 1526-1531: sei angeli con gli strumenti della Passione, Eterno Padre (oculo centrale)
- Andrea da Milano, Compianto sul Cristo morto (1528-1530)
- Cupola
- Gaudenzio Ferrari (1535): Assunzione e quattro tondi affrescati con scene della Creazione (1545)
- Bernardino Lanino, 1547 e Cesare Magni: quattro lunette verticali al piano d’organo
- Bernardino Luini (1531), San Sebastiano (trafitto dalle frecce)
- Bernardino Luini (1531), San Cristoforo (con il bambino sulle spalle)
- Bernardino Luini (1531), Sant’Antonio Abate (con il maialino ammansito)
- Bernardino Luini (1531), San Rocco (con il cappello, il bastone, il cagnolino e la pagnotta)
- Bernardino Luini (1525), Sposalizio della Vergine
- Bernardino Luini (1525), Gesù tra i dottori
- Bernardino Luini (1525), Presentazione di Gesù al Tempio. In un riquadro, data e firma degli affreschi al 1525 (“Bernardinus Luinus pinxit”)
- Bernardino Luini (1525), Adorazione dei Magi
- Bernardino Luini (1525)
- monocromi delle tre virtù teologali:
18.1 carità, 18.2 fede, 18.3 speranza, - delle quattro virtù cardinali: 18.5 giustizia, 18.6 fortezza, 18.7 temperanza, 18.8 prudenza
- della pace 18.4
- monocromi delle tre virtù teologali:
- Bernardino Luini (1525), Sant’Apollonia d’Alessandria e un “cherubino che serve i ministeri dell’altare” 3
- Bernardino Luini (1525), Santa Caterina d’Alessandria e un “cherubino che serve i ministeri dell’altare” 3
- Cesare Magni (1532), San Martino e il povero
- Cesare Magni (1532), San Giorgio e la principessa
- Lunetta nel chiostro: Bernardino Luini (1526-1531), Natività.
- Heinrich Strack, incisione su carta, da Atlas zur Zeitschrift für Bauwesen, G. Erbkam, vol. 30, 1880. CC0 1.0 Universal. Crediti: Architekturmuseum der TU Berlin, Inv. N. ZFB 30.021 / https://doi.org/10.25645/1d4t-2zah
- I.T.T. Prealpi, in Approfondimento sul Santuario della Beata Vergine dei Miracoli, in: Comune di Saronno » la città » storia e tradizioni » monumenti
- Il tempio della B.V. dei Miracoli presso il borgo di Saronno, Giambattista Sanpietro, Milano, G. Agnelli eredi, 1752
- Idea del tempio della pittura, Giovanni Paolo Lomazzo, Bologna, 1590